Stephan Huber
Stephan Huber nasce in Germania, ad Allgäu, nel 1952. Il suo lavoro è ricco, immaginifico, ma allo stesso tempo freddo e spietato nella sua continua, ironica, ermetica critica nei confronti della situazione politica e sociale.
Il punto di partenza del suo lavoro può reperirsi nel movimento studentesco del ‘68, che coinvolgeva anche le Accademie di Belle Arti (ciò gli suggeriva alcune riflessioni sulla posizione dell’artista nella società).
Huber tendeva, già dai primi lavori, a dare alle sue riflessioni teoriche una forma particolare… Così i suoi lavori, seppure divaricati e sempre
al limite della rottura, si caricavano di intenzionalità pungenti, corrosive. In molti di questi Huber raccoglie oggetti appartenenti alla vita quotidiana e li usa, in certo senso, come sculture, senza una trasformazione materiale dei singoli elementi: quel che conta è la scelta e la disposizione degli oggetti.
Il processo col quale egli arriva alla definizione della “sua” immagine ha, tuttavia, un’origine progettuale precisa; non dipende dalla casualità degli oggetti trovati; la sua non è, dunque, un’operazione di carattere dada o new dada; non c’è alcun riferimento al ready-made di Duchamp.
Al contrario, Huber interviene talvolta sugli oggetti, quasi un tentativo di nobilitarli…
Lara Vinca Masini