Franco Fossi
Nato nel 1955 a Empoli (Firenze), Franco Fossi inizia sin da giovane studente dell’Istituto Statale d’Arte di Porta Romana a Firenze a sperimentare applicazioni del disegno grafico quale modalità costruttiva di composizione. La sua ricerca, proseguita dopo la maturità artistica e influenzata dagli studi di Industrial Design e dalle esperienze lavorative in qualità di graphic designer alla prestigiosa agenzia Leader, è incentrata sulla Gioconda di Leonardo da Vinci come icona dell’Arte e lo porta, nel 1974, alla prima creazione del DNA VISIVO che rappresenta la sintesi di un’innovativa metodologia di indagine di cui egli è caposcuola.
Dal 1971 ad oggi, la fervente creatività dell’artista si è tradotta in una vasta produzione di opere suddivise in cicli corrispondenti a precisi periodi storici seguendo diverse influenze recepite sia da precedenti cicli artistici, sia da esperienze del vissuto personale.
Fossi, infatti, negli anni affianca il suo percorso artistico alle variegate esperienze professionali che spaziano dal disegno grafico al settore televisivo presso emittenti nazionali, e che ne influenzano le modalità e gli strumenti espressivi. Sono gli anni del percorso denominato L’Origine oltre il visivo, in particolare con i cicli Monnalisiano Celato e DNA Visivo in cui la sapiente maestria nel padroneggiare le tecniche artistiche con applicazioni grafiche traspare in ogni creazione, conferendo alle sue opere un impatto visivo e una forza espressiva estremamente singolari.
Nel 1992 in occasione di una collaborazione con il fotografo d’arte Aurelio Amendola filma le Cappelle Medicee di Michelangelo a Firenze e ne trae ispirazione per l’applicazione della ricerca del DNA VISIVO su opere michelangiolesche quali il David e Giuliano De Medici, ottenendo la conferma dell’intuizione metodologica di ricerca del Codice avuta durante il continuo work in progress sulla Gioconda.
La fervente attività artistica di Fossi conosce nuovi slanci anche grazie all’incontro, nei primi anni Novanta, con due grandi artisti del calibro di Igor Mitoraj e Venturino Venturi che lo incoraggiano a continuare ad esprimersi nella scultura, oltre che nella pittura e nell’applicazione di tecniche miste. In realtà, la peculiarità di Fossi è che modella, non scolpisce, seguendo il suo personale stile di combinazioni compositive che è il tratto distintivo della sua esperienza artistica e lavorativa. Ed è proprio questo l’effetto che scaturisce dalle sue Opere Plastiche ideate dal 1993 al 2007 così come tutte le sue creazioni nate parallelamente e successivamente a queste ultime, risentono dell’influenza del suo vissuto lavorativo quali ad esempio quelle dei cicli Le scrivanie dell’Angelo, Multipli, Le cartoline monnalisiane/Stringhe -: test battitura e Le partiture Uchu.
Le sue opere sono entrate a far parte di varie raccolte qualificate, dall’Archivio Carlo Palli di Prato alla Fondazione di Rossana e Carlo Pedretti (direttore dell’Armand Hammer Center for Leonardo Studies dell’Università della California), all’archivio del Museo Ideale Leonardo da Vinci, alla collezione Mirabili.
Rare le sue collettive e mostre, tra le quali si citano: una collettiva nel 2004 alla Fornace Pasquinucci di Capraia Fiorentina con “I grandi maestri dell’Astrattismo” (sesta edizione) a cui partecipa con una selezione di opere; a seguire, la personale nel 2006 dal titolo ”Sotto il segno della Gioconda” alla galleria Ghelfi in piazza Erbe a Verona; la collettiva nel 2008 in occasione della “Settimana dell’Arte Santa Giusta” in località Castadas a Cagliari; successivamente, una personale nell’ambito dell’esposizione “Jaconde. Da Monna Lisa alla Gioconda Nuda” allestita nel 2009 presso il Museo Ideale Leonardo da Vinci; nel 2010 alcune sue opere sono state esposte al SACI (Studio Art Center International) di Firenze e, a seguire, le collettive tenutesi in occasione di mostre dedicate a Leonardo da Vinci presso il Museo del Castello e della città di Piombino, il Torrione-Museo nella città Margherita di Savoia, il Palazzo Granafei Nervegna di Brindisi e il Castello Aragonese di Otranto, oltre che all’estero da Miami (U.S.A) a Kahosiung e Taipei (Taiwan) e ad Amboise (Francia).